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  • marinellabalocco

AGIRE


“Nessuno, infatti, neanche per un solo istante, può rimanere inattivo” (5 II° lettura Bhagavadgitā).

Agire è l’azione attraverso la quale rendiamo visibile al mondo la nostra intenzionalità, cioè quel processo interno che, portando consapevolmente attenzione al sentire, nell’assaporare ogni esperienza, ci permette di diventare, giorno dopo giorno, la forma migliore di noi stessi.


Lo yoga, la Mindfulness, la psicoterapia non sostengono la trasformazione dell’individuo nel senso di cambiarlo completamente, bensì supportano la piena realizzazione del Sé/sé.


Aiutano cioè la persona a diventare pienamente e consapevolmente se stessa, così come il seme di un fiore di girasole, se curato, concimato, annaffiato, ecc… durante il suo periodo di crescita, non può che diventare uno splendido fiore di girasole e non una rosa.

L’azione consapevole si differenzia profondamente dalla reazione istintiva e per questo rende la persona libera di scegliere, portando e affermando se stessa nel mondo. Stare nella situazione, permettendoci di esplorarla, ci consente di assumere coscientemente una posizione non impattante sul nostro fisico durante la pratica dello yoga e della Mindfulness, così come ci sostiene nel decidere deliberatamente di fare un movimento o di dire qualcosa in un determinato momento, senza essere condizionati dalle nostre esperienze precedenti.

Agire consapevolmente non è qualcosa che possiamo fare solo durante la pratica o nella stanza della psicoterapia, anche se questi sono i luoghi in cui tale modalità può essere esercitata e appresa; perché divenga parte di noi, dobbiamo necessariamente allenarla in ogni possibile contesto.

Per questo, durante le lezioni è sempre utile ricordare agli allievi l’importanza di portare la pratica fuori dal materassino, ossia di applicare gli insegnamenti dello yoga all’agire quotidiano. Infatti la pratica non può rimanere confinata a un’ora o due la settimana.

Se siamo disposti a metterci in gioco sul serio e quindi ad essere costantemente attenti, presenti e in ascolto rispetto a ciò che stiamo vivendo, ogni nostra azione diventa yoga, diventa consapevolezza!


Quando portiamo l’attenzione al processo (sentire, assaporare, agire) diventiamo consapevoli e mindful: nel mangiare, nel vestirci, nel parlare, nello stare con gli altri, insomma, in ogni nostro gesto quotidiano.

La Bhagavadgita, testo sacro appartenente al mondo induista, è un invito all’azione in quanto, ci dice che è impossibile non agire, poiché anche il “non agire” è un’azione. Noi siamo sempre e costantemente in movimento e attraverso di esso, anche solo respirando, oppure assumendo una determinata espressione sul viso, così come una postura, influenziamo sia il modo in cui osserviamo il mondo, sia il modo in cui siamo siamo influenzati da esso.


Ciò che dobbiamo domandarci è dunque: ”Quando e quanto le nostre azioni sono consapevoli?". "Quando e quanto sono invece azioni meccaniche, frutto di abitudini, condizionamenti o desideri indotti dall’esterno?”. “Quando lasciamo che le esperienze passate condizionino le nostre risposte nel presente?”.

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