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Formazione continua: obbligo o piacere?

  • marinellabalocco
  • 6 dic 2022
  • Tempo di lettura: 2 min

E' ormai trascorso un anno dalla mia specializzazione in psicoterapia della Gestalt presso la Scuola Gestalt di Torino (SGT). La formazione quadriennale di tipo esperienziale è stata negli anni un grande sostegno per la mia crescita personale e per l'avvio della mia professione sia in ambito ASL che nel mio studio privato.

Sono grata ai miei compagni e ai miei formatori per le esperienze vissute insieme, e allo stesso tempo riconosco il bisogno di continuare a formarmi per migliorare sia come persona che come professionista.


Il 2022 è stato un anno particolarmente ricco dal punto di vista formativo:


1) sono diventata conduttrice di gruppi di Mindful Eating (Consapevolezza Alimentare) con Teresa Montesarchio;


2) ho partecipato a due importanti formazioni internazionali con Bessel Van der Kolk sul Trauma, attraverso la piattaforma FCP (Formazione continua in Psicologia);


3) ho frequentato il secondo anno del Master Lavorare sui Processi, organizzato dal Centro Gestatl di Udine, insieme a professionisti provenienti da diversi ambiti legati alla salute mentale: psicoterapeuti, counselors e choaches;


4) inoltre, da Ottobre sto seguendo il training internazionale online sulla Terapia dello Sviluppo Somatico, condotto da Ruella Frank, direttrice del Center for Somatic Studies di New York. Questa formazione in particolare mi sta dando l'opportunità di approfondire l'argomento della mia tesi di specializzazione.



Ruella ci sta accompagnando nell'esplorazione teorica e pratica dei 6 micro-movimenti (affidarsi a, spingere contro, raggiungere, afferrare, portare a sé, lasciare andare) fondamentali che emergono durante il primo anno di vita, quando il bambino si relaziona all'ambiente (altri significativi e oggetti) attraverso modalità pre-riflessive, pre-cognitive e pre-verbali.


Per una professione come quella dello psicologo o dello psicoterapeuta, che si confronta giornalmente con le difficoltà, con il dolore e con le richieste di aiuto e sostegno da parte dei propri pazienti, è fondamentale avere una comunità, che parli la stessa lingua da un punto di vista di orientamento professionale e che permetta un confronto continuo, il più possibile non giudicante, per evitare di sentirsi soli e isolati.


La formazione dà l'opportunità non solo di continuare a confrontarsi e a migliorare da un punto di vista professionale, ma offre anche la possibilità di vicinanza, accoglienza e supporto da parte di altri professionisti che, seppure, a volte, appartenenti a contesti culturali profondamente lontani (e non solo geograficamente parlando), dimostrano la stessa sensibilità e lo stesso bisogno di comunanza.


Per questo ritengo che la formazione continua non sia soltanto un obbligo deontologico, ma anche e soprattutto una possibilità di incontro e di scambio nutriente con formatori, colleghi e altri professionisti appartenenti al campo della salute mentale.

Diventa pertanto fondamentale selezionare la formazione giusta per noi:


- quella nei confronti della quale coltiviamo un interesse;

- quella che pensiamo possa incontrare le nostre necessità di crescita professionale e personale;

- quella tenuta da formatori nei confronti dei quali nutriamo fiducia e stima.


Solo così la formazione continua si trasforma da obbligo legale a piacere da scegliere!


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Marinella Balocco

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